Te lo dirò un'altra volta (Nuova Edizione) by Alba Arikha

Te lo dirò un'altra volta (Nuova Edizione) by Alba Arikha

autore:Alba Arikha [Arikha, Alba]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788833973685
Google: OLnDBAAAQBAJ
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


VI

È lo Yom Kippur. Il Giorno dell’Espiazione. Seguiamo mia madre alla sinagoga di Rue Copernic. Mio padre si tira indietro. Non è cosa per me, dice. Andate voi.

Non ci vogliamo andare! esclamiamo mia sorella e io.

Seguite vostra madre senza discutere.

Mio padre non crede in niente. Perché dovremmo farlo noi, allora? Non è giusto.

Non importa se è giusto o no, dovete fare il vostro dovere, risponde lui con fermezza.

Ci sediamo al piano superiore in mezzo a una folta schiera di donne e bambini. Mentre il rabbino canta con voce monotona, la congregazione si alza. Poi si siede. E si rialza. C’è qualcosa di meccanico nel rituale della preghiera. Il salmodiare ripetitivo del rabbino annienta ogni proposito spirituale. Per me, almeno, è così. E per gli altri?

Mi guardo attorno. Gli uomini alla nostra sinistra portano abiti scuri e tallit bianchi attorno alle spalle. I loro corpi ondeggiano avanti e indietro in sincronia, come pendoli ticchettanti.

Di fianco a me una donna grassottella con un cappello rosso piange sommessamente. Un bimbetto tira la manica della madre. Un ragazza con i guanti sembra persa nei suoi pensieri. È molto carina. Curata, ben vestita, seduta composta. Accanto a lei siede una donna alta e di bell’aspetto, presumibilmente la madre. Porta un impeccabile tailleur di sartoria, una collana costosa al collo. La guardo. E resto colpita dal senso di legittimità che stilla dalla sua persona.

Mi concentro sulla ragazza, che avrà su per giù la mia età. Quindici anni.

Immagino che viva con la madre e il padre banchiere nel XVI arrondissement, in un appartamento spazioso con i pavimenti di parquet e tappeti costosi. Ha due fratelli con cui bisticcia ma che adora. David e Raphael. O magari Edouard e Cyrille. O meglio ancora, Alexandre e Charles.

La ragazza si chiama Myriam. Senza dubbio.

Ovviamente hanno una governante, sempre la stessa da quando Myriam è nata.

La famiglia ha una casa a Saint-Tropez che usa durante l’estate. D’inverno vanno a Crans-sur-Serre, in Svizzera.

Nuotano, cavalcano, sciano, viaggiano in macchina.

La mia famiglia non fa niente di tutto questo.

Mia madre mi dà un colpetto con il gomito. Stai ferma, dice. Adesso viene la parte importante.

Ci premiamo i pugni sul petto in segno di pentimento. Peccati commessi, peccati rimessi.

Quali peccati ho commesso?

Mia madre non rivendica alcun diritto. Non porta quasi mai tailleur di sartoria e non ha collane costose. Qualcuno che ci dà una mano c’è, ma non sono domestici, e in genere durante le vacanze restiamo nei pressi delle strade principali. Fare escursioni nella natura selvaggia è fuori discussione. Come visitare continenti sconosciuti. Ci limitiamo a ciò che sappiamo. E ciò che sappiamo non prevede l’uso dell’automobile.

Mia madre è buona e gentile. Paziente e premurosa.

E la odio per questo.

Io mento. Strillo. Sbraito contro i miei genitori. Sono infastidita dalla loro purezza, dal loro sapere. Dai valori e dalla morale cui obbediscono.

Dalla rabbia di mio padre. Dalla bontà di mia madre.

Eppure non riesco a staccarmi da loro. Ci provo, ma non so sottrarmi al patrimonio genetico che sta alla base del miasma emotivo dentro di me. Riesco a sfogare la mia rabbia solo con la mia famiglia.



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